Alice Neel una ritrattista che ha superato se stessa

Alice Neel una ritrattista che ha superato se stessa

Oggi parliamo di una grande donna, la pittrice ALICE NEEL che ha saputo fare della sua passione la sua vita rialzandosi nonostantetutto

 Alice Neel artista del 20secolo, è da ricordare non solo per la sua vita privata costellata da abbandoni e tradimenti ma sopratutto per la sua capacità di ritrarre l’animo umano. Neel si autodefiniva “collezionatrice di anime” e proprio per questo possiamo chiamarla “artista chiave” del Novecento.

Lo stile di vita di Neel è piuttosto dinamico, caratterizzato da viaggi tra Cuba e gli Stati Uniti (in particolare New York come meta d’elezione) Viaggi grazie ai quali valorizza la sofferenza,il dolore, nei suoi quadri.

Neel disegna e dipinge per tutta la vita stabilendo un nuovo standard per l’uso del colore e la rappresentazione dei soggetti.

Cosa rappresenta nei suoi quadri l’artista?

Neel ama ritrarre manifestazioni e diritti civili, le nature morte e gli spazi newyorchesi e diversi personaggi che raccoglie nei suoi ritratti (un pensiero influenzato dalla Commedia Umana di Balzac).

Per quanto riguarda i suoi soggetti, ritrae persone di ogni ambito ed estrazione: dalla comunità ispanica e poverissima con cui vive nei vicoli di Spanish Harlem agli scrittori e pittori dell’ambiente della New York bene.

Neel è sinonimo di arte figurativa  che le permette di esprimere al meglio i suoi ideali sociali e politici:

Neel affronta questi temi e ritrae questi soggetti per raccontare la storia di coloro che non partecipano alla storia.

Il suo è un tentativo di raccontare ciò che fino a quel momento era proibito:le scene di violenza… Il mondo di Peggy, la sua vicina di casa, picchiata dal marito: La dipinge in maniera dignitosa, ma avvicinandosi si vedono i lividi e i graffi sul suo viso.

Stessa cosa chi protesta in piazza e la comunità queer. In molti sottovalutano la potenza di queste tematiche ma non dobbiamo dimenticare che Neel è degli anni Trenta periodo storico in cui le donne non potevano nemmeno comparire incinte in un film. Anche per questo le prime a riprendere la sua opera e divulgarla sono state le femministe negli Anni Settanta, portandola al Whitney Museum e aprendo la strada al recupero della pittrice.

Neel resta segnata dall’esperienza a Cuba: arrivataci nel 1926 al fianco del ricchissimo Carlos Enrique – di cui si era innamorata alla scuola d’arte di Chester Springs –, ne scopre presto la forte ingiustizia sociale: appena arrivata, a prenderla in Rolls Royce c’è la famiglia del nuovissimo marito. Vivono in una casa principesca farcita di servitù.

NEEL E CUBA: MOMENTI SALIENTI


Neel a Cuba diventa madre di una bambina: un evento sconvolgente e determinante per la sua prospettiva di donna e artista che vive come un dilemma: al tempo pensava significasse la fine della sua carriera ma questo non accade. restando artista e viceversa: ritrae come nessun altro la condizione della maternità, che inizia con la gravidanza, continua con il parto, l’allattamento, il gioco e persino la morte, un dramma comune a molte donne (inclusa lei) ritratto nel duro Futility of Effort.
Nei primi Anni Sessanta inizia la serie di nudi in gravidanza con Pregnant Maria: Neel dipinge una donna ordinaria in modo rivoluzionario, come un’odalisca, sottolineando però la fatica della maternità e la deformazione del corpo. Emerge già una visione della nudità maschile e femminile e della sessualità cruda e allo stesso tempo delicata.

E la sua visione convince: è suo il meraviglioso nudo di John Perreault che spicca nelle pagine centrali di Cosmo negli Anni Settanta.

TRA LE CARATTERISTICHE PRINCIPALE DELLA PITTRICE C’È ANCHE L’EMPATIA

La sua arte, è rivolta agli ultimi della società, dalle case popolari agli ospedali psichiatrici, dove lei stessa era stata ricoverata per un esaurimento nervoso alla fine degli Anni Venti. NEEL È una donna molto empatica. La pittrice si riversa nei suoi interlocutori ponendosi letteralmente al di fuori della rappresentazione: è solo del 1980 il suo primo autoritratto, in cui appare nuda e anziana su grande formato.

ALICE NEEL in pillole

L’artista nasce a Marion Square il 28 gennaio del 1900, nei pressi di Philadelphia, la quarta di cinque figli.

  • Quando Alice era ancora una neonata la sua famiglia decise di trasferirsi nella cittadina di Colwyn, dove lei crebbe, nella tranquilla provincia, mostrando sin dalla sua tenera età, una forza, una determinazione ed una autonomia, assolutamente considerevoli, oltretutto, amando la pittura aldilà di ogni regola imposta dalla tradizione accademica.

  • All’età di venticinque anni, l’artista sposa il collega Carlos Enriquez de Gomez, nobile e ricco di famiglia, si stabilìsce a La Havana dove scopre anche, in modo pressocché immediato, i forti contrasti e le enormi contraddizioni. Cuba colpisce indubbiamente l’artista arrivata nel 1926 accompagnata dal suo amato Carlos Enrique, proprio qui, la donna conosce, tuttavia, anche la gioia della maternità della sua prima bimba, un accadimento, che, nonostante ciò, seppe provocarle anche un intenso conflitto interiore in ragione della sua attività artistica.


Una volta separatasi dal marito, dal quale ha due figlie, la Neel ama anche altri uomini, altri aborti e altri due figli, rischiando letteralmente la follia, è sua infatti la frase: «Più esperienza fai meglio è, a meno che non ti uccida. Se muori vuol dire che sei andato troppo in là. Ma non impari niente se non lo vivi di persona.»

  • Viaggiando tra Cuba e gli Stati Uniti, Alice opta, in seguito, per New York, scelta come meta privilegiata dalla stessa. Alice si dedica qui al disegno e al dipinto lungo tutta la sua esistenza, creando nuovi ed innovativi parametri per utilizzare il colore e ritrarre i soggetti.
  • Ad Alice Neel appartennero di sicuro la dote della comprensione, nonché quella dell’empatia. Nelle raffigurazioni dell’artista, in effetti, compaiono temi importanti e difficili, come diritti civili, manifestazioni e personaggi controversi, raccontati senza alcuna retorica.
  • Trattasi, infatti, di individui appartenenti a qualsivoglia classe e contesto sociale e questo fu anche il motivo della sua passione nei confronti dell’arte figurativa, che le consentì di esplicare nel modo migliore i suoi ideali sociali e politici. Proprio a causa di ciò, le femministe che si agitarono nel corso degli anni ‘70 per prime decisero di diffondere e di far riscoprire la sua arte.


Le meravigliose opere dell’artista furono dirette a rappresentare e quindi a dare voce agli emarginati sociali.

  • Alice Neel entra in contatto molto presto con chi sarebbe divenuto successivamente un altro mostro sacro dell’arte contemporanea, Andy Warhol, il quale la introdusse appieno nei contesti irriverenti e provocatori LGBTQ+ della “grande mela”.

Clelia Moscariello & Fabia Tonazzi
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