Giusy Scattarelli ha scelto un nome per il suo libro che mi ha personalmente incuriosito, non potevo non intervistarla e chiederle di parlare di se stessa e della sua passione vera! Vediamo cosa ci ha risposto 😉 Buona lettura!
“TU” in tre pregi e tre difetti, hobbies e di cosa ti occupi.
I miei difetti sono sicuramente l’essere schiva, irritabile, distratta e confusionaria. La ritrosia, nella misura in cui mi ha frenato, innumerevoli volte, dal realizzare le mie aspirazioni; l’irritabilità, perché mi ha impedito di mediare molte situazioni e l’essere distratta e confusionaria, perché molto spesso questo difetto ha disperso le mie energie.
I miei tre pregi? Sono certamente l’allegria, l’ottimismo, la voglia di risolvere subito i problemi. L’allegria, perché vince la mia ritrosia e trascina chi mi sta accanto; l’ottimismo, perché mi fa vedere in rosa la vita; la voglia risolutiva di saltare subito gli ostacoli, perché mi facilita nei tentativi di trovare una soluzione. Ho studiato giurisprudenza e lavorato per qualche tempo in una società finanaziaria, ma attualmente mi dedico alla mia famiglia, riuscendo a trovare il tempo per coltivare le mie passioni e i miei hobbies. Ho tantissime passioni, proverò a ricordare le principali.
Partiamo dalla passione più grande, l’amore per la musica: mi piace ascoltarla sia registrata che dal vivo, talvolta mi piace suonarla. Per l’arte ho un’attrazione fatale, riesco a turbarmi e commuovermi davanti alle mie opere d’arte preferite: penso che alla fine mi prenderò una laurea in Storia dell’Arte, è uno dei miei sogni da realizzare.
Mi piace sognare a cinema e a teatro; amo la natura, sia marina che montana, le escursioni e le passeggiate. Mi piace bazzicare per i mercatini dell’antiquariato, perché mi affascinano gli oggetti antichi.
Eccetera…Passiamo ai miei hobbies: amo disegnare con matite, pennarelli, crete grasse e acquerelli, lavorare a maglia, assemblare orecchini, collane e bracciali con piccoli minerali e lacci di cuoio, e creare presepi in cartapesta (mi piace realizzare masserie pugliesi), modellare piccoli oggetti d’argilla…adoro il giardinaggio e circondarmi di fiori e piante.
Lavoro in casa, mi dedico alla mia famiglia; da sempre ho amato leggere libri e poesie e scrivere poesie fin dalla tenera età, poi lettere e racconti. Solo in tempi più recenti ho cominciato ad occuparmi più seriamente di narrativa.
Il tuo rapporto con il tuo lavoro, Giusy ti piace quello che fai? Per te è una passione vera o ti sei adattato al contesto in cui vivi?
(Se si parla del lavoro casalingo, me lo sono scelto e lo faccio con piacere, ma è chiaro che non esaurisce le mie possibilità. Non mi dispiace infatti fare ciò che esula dalla ripetitività e completa la mia personalità). Il lavoro da scrittrice è neonato e mi sorprende: certamente mi piace.
Nasce dalla scoperta relativamente recente del mio “bernoccolo letterario”, cui non ho saputo dare subito credito: ho scritto da sempre, sin da quando ero ragazzina.
Scrivevo poesie, lettere, “sfoghi” letterari, ho esercitato a lungo questa passione in modo dispersivo, senza individuarne le reali possibilità di realizzazione: non ho mai scritto una storia compiuta fino ad una quindicina d’anni fa, quando ho avuto la prima ispirazione per un racconto, cui sono seguiti altri, ma non ho fatto uscire nulla dal mio cassetto.
Ho ritentato più tardi, perché evidentemente i tempi dovevano maturare: nel periodo del lock down ho composto questo libro. Il contesto in cui vivo mi lascia libera di esprimermi e di organizzarmi come meglio credo; dopo aver provato le mie varie passioni, a turno, quella della scrittura mi appassiona e mi emoziona costantemente, è una passione autentica, forse quella in cui riesco meglio perché risponde ad una delle mie aspirazioni più profonde.
Giusy, quali ostacoli, se ci sono stati, hai sperimentato durante il percorso e come li hai superati? Giusy, cosa diresti a chi comincia un percorso come il tuo. Quanto è stata importante per te la passione che hai messo in quello che stavi realizzando.
Lungo il mio percorso ho trovato degli ostacoli rappresentati dalle indecisioni e insicurezze dovute principalmente alla mia inesperienza ed alla scarsa fiducia in me stessa: non ho mai saputo cercare né procurarmi le occasioni e la motivazione giusta per tentare le carte che volevo giocare.
Questo mi ha fatto perdere tanto tempo e persino il mordente per continuare a credere in quello che mi piaceva da sempre fare: scrivere.
Poi finalmente le cose sono cambiate…è arrivata l’ispirazione, netta, potente, irresistibile come il canto delle sirene.
Cosa dire a chi inizia un percorso come il mio? Consiglierei umilmente, considerando che sono una neofita in questo settore, di credere immediatamente in se stesso e andare avanti, senza perdere mai l’entusiasmo, perché se un sogno è valido e perseguito con passione prima o poi trova la sua realizzazione, viene compreso nel suo valore.
È quello che è successo a me: finchè non ho creduto a sufficienza in ciò che facevo e volevo fare, non ho avuto abbastanza passione e grinta: poi invece è arrivato il momento giusto, quando ho scritto questo libro la passione era tale da fondermi in un’unione simbiotica con ciò che stavo scrivendo, convincermi magicamente a crederci totalmente.
Giusy Scattarelli, il tuo rapporto con la vita, il tuo motto, le tue credenze.
Il mio rapporto con la vita è di profondo rispetto e amore per essa, è tutto ciò che veramente abbiamo e che conta: è bellissima e irripetibile. Pure con le sue terribili batoste ed incognite, vale la pena d’essere vissuta fino in fondo con immenso rispetto, possibilmente senza sprecare tempo inutilmente pensando di averne sempre tanto davanti. Ho parecchi motti, con i quali incito me stessa e le persone che sono intorno a me: “Ogni lasciata è persa”, “Deve passare la nottata”, “Finché c’è vita c’è speranza”…e specialmente quest’ultima fa al caso mio…
Cito questi motti per ricordare soprattutto a me stessa che non bisogna mai rinunciare alle occasioni che la vita ci offre, pensando di avere in seguito la stessa possibilità di coglierle al volo, perché questa occasione può non ripresentarsi più; inoltre, per non lasciarsi abbattere da tutte le difficoltà che sembrano durare per un tempo infinito e infine, per non attaccare mai al chiodo le proprie aspirazioni ed i propri sogni.
Giusy, il tuo idolo, c’è qualcuno a cui ti ispiri per realizzare la tua vita?
Generalmente non ho un idolo a cui ispirarmi, ma tante persone che ammiro e di cui mi piacerebbe seguire le orme. Se posso citare un personaggio che mi ha sempre affascinato per la sua lucidità e per il fatto di aver vissuto una seconda vita lavorativa è l’ineguagliabile Andrea Camilleri.
Giusy il libro, l’opera d’arte, o la trasmissione televisiva/ radiofonica (ecc…) più famosa che avresti voluto realizzare tu
Ci sono moltissimi libri che ho amato, nel passato e nel presente, che avrei voluto scrivere. “Viaggio al centro della Terra”, “L’isola misteriosa”, “Ventimila leghe sotto il mare”, “Caos calmo”, “Fahreheit 451”…..Tanto per citare qualcuno dei miei preferiti, ma ne ho letti tanti…
Lo stesso vale per le opere d’arte che avrei voluto realizzare, sono certo più d’una: buona parte delle tele rinascimentali, da Piero della Francesca (Pala di Brera, La Flagellazione), ad Andrea Mantegna (La Camera degli Sposi), a Leonardo, a Botticelli, ecc. per arrivare più tardi al meraviglioso Caravaggio, e più recentemente a Paul Gauguin, Van Gogh ecc.
La trasmissione, sottovalutata e poco famosa in verità, che avrei voluto realizzare è “Italia da stimare”, del 2015, ideata e condotta da Massimiliano Pani e Marco Cerbella: una chicca! Un viaggio nei mercatini dell’antiquariato, altra mia grande passione…altrimenti la ben più famosa “Tale e quale show”, che mi distende e diverte moltissimo! Insomma una trasmissione musicale…ma non disdegnerei una trasmissione divulgativa, che si occupi di arte o di scienza, come “Ulisse” o “Sapiens”, o specializzata, come le belle trasmissioni di Rai5.
La tua citazione famosa preferita
Faber est suae quisque fortunae (Ciascuno è artefice della propria fortuna), attribuita a Sallustio.
Il tuo ultimo “successo” lavorativo, affettivo, quanto è il frutto della tua spontaneità ed esperienza e quanto invece è il risultato di fattori esterni
Il mio ultimo “successo” è in realtà il primo, anzi spero che sia veramente tale: questo dipende dai lettori. In ogni caso sarà stato comunque bello giocare.
Se devo parlare di un successo di questo lavoro, è sicuramente affettivo, perché l’ho dedicato alle persone che amo, è sicuramente frutto della mia spontaneità e della mia esperienza di vita, che mi permette di essere più saggia ora e di poter capire cosa avrei dovuto fare, senza però rimpiangere, pensando invece a cosa posso ancora fare.
Se dobbiamo valutare l’incidenza di fattori esterni su questo lavoro che sto presentando al pubblico, certamente un influsso esterno c’è stato ed è quello dell’isolamento dovuto al lock down. Scrivere questo libro è stato il gesto più scaramantico che avessi potuto fare in quel momento, quando c’era l’angoscia e contemporaneamente la speranza di poter tornare ad una vita normale, anzi addirittura migliore di quella di prima. Si credeva fermamente che questo terribile momento avrebbe insegnato a molti le vere priorità, e avrebbe cancellato le sovrapposizioni e gli orpelli inutili.
Così non è stato, almeno non immediatamente, infatti ci ritroviamo nella stessa situazione: ma sicuramente a lungo andare ci insegnerà qualcosa. A me resta solamente da dire che nella disperazione e nella fobia che ci ha attanagliato sono riuscita a trovare nella magia della scrittura la forza non solo per uscire da quel quotidiano allucinante o noioso, ma addirittura quella determinazione per uscire fuori da mio guscio che m’impediva d’avere fiducia in me stessa, e lanciarmi.