“L’uomo con la testa di scarabeo” Domenico De Cosmo, fumettista del libro si racconta

“L’uomo con la testa di scarabeo” Domenico De Cosmo, fumettista del libro si racconta

"L'uomo con la testa di scarabeo"

Un piccolo paese a sud del Sud, in bilico tra la terra e il mare. Una vecchia Citroën DS Squalo. Quando monsieur Blanche sceglie tra tutti quell’insolito taxi, non sa ancora di aver trovato nell’autista proprio la persona che era stato mandato a cercare. Da quel momento la vita di Erol Ciorba ha una brusca svolta: dietro una ricompensa che gli permetterebbe di estinguere ogni debito e sognare un futuro migliore, dovrà intraprendere un lavoro di spionaggio per conto di una multinazionale. Nella più importante filiale del Mezzogiorno, infatti, stanno accadendo cose al di fuori del controllo del Gruppo: sparizioni, strani incidenti, movimenti sospetti di cui è necessario scoprire l’origine. Erol accetta e notte dopo notte entra a stretto contatto con le storie sui generis dei colleghi magazzinieri, con le continue violenze e vessazioni perpetrate da alcuni, con un nuovo amore. E con un segreto scoperto per caso, seguendo un misterioso scarabeo Ercole. Fin quando un killer vestito di nero inizia a seminare il panico tra gli autonominatisi Faraoni, sulle note dei Red Hot Chili Peppers…

“TU” in tre pregi e tre difetti, hobbys e di cosa ti occupi.

Domenico De Cosmo

Mi piace considerarmi una persona positiva, deciso e pronto ad ogni situazione, anche la più inverosimile. Anni fa durante la permanenza a Parigi non trovavo lavoro come grafico freelance, dovuto anche alla limitata padronanza di linguaggio. In quell’occasione chiesi ad un negozio di import-export di prodotti caseari dall’Italia se assumevano personale: dovevo pur sbarcare il lunario. Poi andò diversamente ma sono contento così.

Un mio pregio è senza dubbio la dedizione ad ogni tipo di lavoro, alcuni dicono che sono stakanovista, ma l’importante è raggiungere l’obiettivo prefissomi.

La decisione spinta all’estremo diventa purtroppo un difetto. A volte divento pessimista ma dura poco. La vita è troppo bella per sprecarla così, non so come facciano gli invidiosi e i narcisisti, vivono male, sempre in affanno, in ansia, in deficit di ossigeno al cervello…

Leggo di tutto, amo lo yoga, ormai lo pratico da decenni nelle varie forme, la bicicletta e viaggiare in motocicletta, ho anche giocato a calcio nelle giovanili aziendali, un discreto mediano mancino. Ho fatto teatro con discreto successo in diversi spettacoli nella provincia di Bari e anche la comparsa per il cinema.

Attualmente mi interesso al Wing Chung Kung Fu.

Oltre che disegnare fumetti, la mia professione di Graphic designer coincide con quella dell’insegnante di Grafica e Fotografia. Per diversi anni ho avuto uno studio grafico con partita iva mentre ero supplente presso il Liceo artistico De Nittis di Bari.

Il tuo rapporto con il tuo lavoro, ti piace quello che fai? Per te è una passione vera o ti sei adattato al contesto in cui vivi?

Disegno da quando avevo 4 anni, prima ancora di imparare a scrivere. Ho studiato poi per diventare un maestro disegnatore e scenografo. Il mio primo lavoro serio è stato quello di aiuto Interior Designer presso uno studio di architettura di Bari. Esperienza interessante a parte la paga. Purtroppo uno dei miei difetti è quello di fare fatica a recuperare i crediti del lavoro svolto, anche come grafico è stata la cosa più difficile. Amo il mio lavoro ma, senza generalizzare, dalle nostre parti spesso i committenti lasciano a desiderare sotto questo aspetto, non sono il massimo direi… Ho iniziato a fare grafica in maniera tradizionale, quando si usavano ancora i retini adesivi e le font trasferibili per creare layout decenti, poi mi sono aggiornato studiando a Londra dal 1996, specializzandomi in grafica digitale, illustrazione e video editing. Facevo piccoli lavoretti anche di grafica, ma lì ho fatto di tutto anche la guida turistica e il “cleaner”. Frequentavo i college fra Islington e Newham, dove lavoravo come Life model, ovvero modello vivente, sia per studenti che privatamente per artisti. Ho anche posato per una importante scultura di dimensioni enormi, il Body Zone del Millennium Dome.

Ho riportato poi quel bagaglio di esperienze in Italia e mi sono riadattato a questo contesto. Una città mercantile dove spesso si fa fatica ad emergere in fretta in alcuni settori, specie quello della creatività, dove vince il “figlio di…” o chi “lecca” a destra e a manca. Per cui ho dovuto rivedere le tariffe e le aspettative…

Quali ostacoli, se ci sono stati, hai sperimentato durante il percorso e come li hai superati? Cosa diresti a chi comincia un percorso come il tuo. Quanto è stata importante per te la passione che hai messo in quello che stavi realizzando.

Da ragazzo amavo i fumetti, visitavo le fiere e portavo con me il portfolio. Ho conosciuto diversi fumettari, il Direttore Sparagna di Frigidaire, e Giuseppe Palumbo (disegnatore di Ramarro e Diabolik), che mi ha incoraggiato ed anche aiutato a pubblicare su quella rivista prestigiosa il mitico “Dr. Mainframe”. In quegli anni collaboravo con Antonello Ricciardi, un amico fumettaro e ci classificammo al 3° posto al Festival del Fumetto di Prato, che in giuria aveva nientedimeno che John Buscema e Jim Steranko (disegnatori Marvel dell’epoca d’oro). Ho disegnato per Amato Chieffo, editore barese, che pubblicò un volumetto a fumetti ispirato ai suoi aforismi. Poi mi sono occupato di altri lavori più redditizi, sempre nel campo delle arti visive, ma il fumetto per me è sempre stato un mezzo espressivo di grande potenza comunicativa. A chi comincia un percorso simile direi di fare sempre tutto con passione, è fondamentale. Inoltre bisogna perseverare perché prima o poi il valore viene riconosciuto, meglio ancora se prima di morire comunque…! E di pensare ai soldi un attimo prima di iniziare qualsiasi cosa, o magari un attimo dopo, ma mai durante. Sarebbe desolante e di estrema distrazione.

Il tuo rapporto con la vita, il tuo motto, le tue credenze.

In genere sono un positivo, comunicativo e aperto. Ma a volte quando osservo fatti e situazioni, constatando la decadenza della nostra società, mi assale la misantropia, che dura a volte una giornata o due minuti, ma è purtroppo un difetto. Lo definirei un rigurgito leopardiano di pessimismo cosmico.

Il mio motto è “Non fare agli altri quello che non vorresti che fosse fatto a te”.

Sono un Cristiano non praticante, ma mi sono avvicinato anni fa alle credenze orientali, hindu e buddhiste, anche ai sufi e alla trascendenza in generale ma non pratico nessuna religione.

Il tuo idolo, c’è qualcuno a cui ti ispiri per realizzare la tua vita?

Non c’è una persona in particolare che tendo ad idolatrare, sono uno coi piedi per terra, né ricordo di averlo mai fatto. Ma di persone, uomini e donne a cui mi ispiro ce ne sono tanti nel campo delle arti, dell’impegno sociale, della politica…be’ forse della politica un po’ meno. Ma senz’altro tutti quelli che oltre ad essere personaggi pubblici, hanno sviluppato un senso di umanità senza falsi atteggiamenti o dediti alle apparenze, hanno il mio attestato di stima senza limiti.

Il libro, l’opera d’arte, o la trasmissione televisiva/ radiofonica (ecc…) più famosa che avresti voluto realizzare tu

Corpus Hypercubus di Salvador Dalì: geniale. “L’Isola del Tesoro” di Stevenson: ansiogeno. “Studio Uno” di Lelio Luttazzi: inimitabile. “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick, però sarebbe stato un bel colpo. Ispirato ad un racconto di A. Clarke, “La sentinella”. Il Monolito, il Bambino delle Stelle, HAL 9000, le musiche di Strauss e Ligeti, lo Stargate finale… A mio parere è un’opera unica, immortale, inarrivabile. La visione di quel capolavoro mi stimola sempre cose nuove e lo rivedo volentieri ogni volta che lo passano (raramente) in tv o al cinema. Induce alla meditazione, ispira, fa riflettere sulla condizione umana ed esplora il rapporto conflittuale Dio-uomo-macchina, tema attuale specie in questo periodo dove si dibatte se l’IA sia giusta o sbagliata. Mah, dibattiti inutili, a mio parere. E quel film è arrivato nelle sale cinematografiche qualche giorno prima che io nascessi…

La tua citazione famosa preferita

La vita è un ponte. Passaci sopra ma non costruirci nulla.

Siddharta Gautama Buddha

Il tuo ultimo “successo” lavorativo, affettivo, quanto è il frutto della tua spontaneità ed esperienza e quanto invece è il risultato di fattori esterni

L’ultima fatica è tratta dal romanzo omonimo “L’uomo con la testa di scarabeo” e della sinergia con l’autore Roberto Gassi e l’editore Alessio Rega (Les Flaneurs Edizioni), il quale aveva già captato magicamente le vibrazioni dell’idea dall’iperuranio e le aveva trasdotte in un nuovo progetto editoriale: la collana di Graphic novel. E’ stata una sfida con me stesso: pensavo alle modalità e ai tempi di realizzazione, studiavo e sviluppavo i personaggi rifacendomi a volti del cinema, della musica, ecc.  La graphic novel ha avuto tutto il tempo di crescere e l’autore ha apprezzato la mia visione del suo romanzo. Lo stile che volevo restituire era quello dei noir americani, ma le influenze che hanno stupefatto, sopraffatto e contraffatto il mio immaginario visivo sono dentro il mio DNA ormai da tempo: da Dalì a Sergio Toppi, da Kubrick ad Andrea Pazienza. Se è una casualità non so dirlo, ma sono quelle inspiegabili congiunzioni, momenti nei quali si entra nel flusso di coscienza cosmica, dove tutto è al posto giusto, e si materializza come per incanto ciò che per anni hai pensato e magari non sei mai riuscito a fare, e in cui diverse menti concorrono nel raggiungimento di un unico obiettivo. L’esperienza poi è fondamentale e fa comunque la differenza. Con Roberto è un piacere lavorare a qualsiasi progetto, condividiamo molti interessi e spesso facciamo lunghe chiacchierate fra un sigaro e un bicchiere di vino. Le tematiche dell’integrazione sociale sono state restituite esattamente come Roberto le ha scritte nel suo romanzo.

Per la graphic novel la gestazione è stata lunga, causa anche il periodo Covid, ma a parte piccoli ritocchi qua e là il processo di lavorazione è stato condiviso a tutti i livelli.

Come è la tua giornata tipo?

Lavorando come docente di solito ho la sveglia quasi all’alba. Finite le lezioni ed espletati gli obblighi burocratici del caso, disegno qualcosa: è come un allenamento per la mano e per la mente. Mi aiuta a ripulirmi dalle scorie negative che la vita lascia intorno a me. Avere tanti interessi aiuta tantissimo, hai la certezza di non essere mai da solo. Ultimamente sto esplorando l’IA generativa di immagini: uno spasso! Da usare con cautela…

Trovi il tempo per rilassarti?

Sempre, dieci minuti al giorno, nel mio sancta sanctorum, un piccolo momento per rientrare dal mondo dei sogni alla veglia. Poi durante la giornata è difficile rilassarsi, ma non impossibile. Ci si può rilassare anche davanti ad un bel bicchiere di vino parlando con la mia compagna. Oppure davanti ad un sigaro e un rum, mangiando qualcosa con gli amici.

Cosa sognavi da piccolo?

Di fare l’architetto. Ne ero convinto al punto che disegnavo i palazzi, gli interni, con cura anche prima che mi insegnassero le tecniche e la prospettiva. Poi mi sono iscritto a Scenografia Teatrale e ho imparato ad apprezzare anche questo aspetto della progettazione. Nei miei fumetti infatti curo molto le architetture e gli sfondi nelle vignette.

Cosa ti piace di più del lavoro che fai?

“L’arte in genere non insegna nulla, tranne il senso della vita”, per parafrasare Henry Miller. Mi ha arricchito e anche tanto e mi permette di mostrare la magia della vita agli altri. Mi ha permesso di viaggiare, di esporre i miei lavori, di conoscere tanta gente e posti diversi. L’insegnamento d’altro canto mi ha dotato di una pazienza infinita con i ragazzi, e di essere empatico, ciò che prima non avevo con le persone in generale.

Qual è il tuo mantra quotidiano?

Namastè. Un saluto di origine indiana al mondo e al giorno che mi appresto a vivere.

Prossimi eventi

Presentazioni della graphic novel in Bari e provincia. Inoltre esporrò le tavole originali del fumetto e altri lavori già esposti nella mia personale “il Terzo Luogo” alla Torre Pelosa di Torre a Mare dal 22 al 25 Settembre, in attesa di esporre in altri luoghi.

Collaborazioni con Kief book, l’annuario di città di Bari di cui curo la Direzione Artistica, con il giornale online La Gazzetta dal Tacco come fotografo ed operatore video, con il blog Nelle scarpe dello scrittore, con la rubrica Kinoglaz4.0 sul cinema.

Per approfondire:

https://www.lesflaneursedizioni.it/product/luomo-con-la-testa-di-scarabeo/

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