ROBERTO RAJMONDI TORNA CON ballata roots sinfonica “CANTO NOTTURNO”

ROBERTO RAJMONDI TORNA CON ballata roots sinfonica “CANTO NOTTURNO”

Il talentuoso cantautore siciliano Roberto Rajmondi ha dato vita a “Canto Notturno. (di un papua errante del Pacifico)”.

Una preghiera di note e realismo che racconta lo spaccato tristemente eclatante dello scempio a cui, la mano umana, ha sottoposto la Terra.

In un’epoca in cui la devastazione ambientale antropica è sotto gli occhi di tutti la Musica, è veicolo universale di pace.

La musica ha il compito di svegliare la coscienza dell’uomo e, di conseguenza, modificare il suo agire.

Malinconico, struggente e amaramente paradigmatico, il brano narra di un giovane abitante della Papua Nuova Guinea.

Dinanzi all’immensità dell’Oceano Pacifico da cui la sua splendente isola è bagnata, avverte istantaneamente l’impercettibilità della sua esistenza commisurata alla vastità di fronte ai suoi occhi e, al contempo, si sente pervaso da una sensazione di sconforto e avvilimento, nell’osservare, con quegli stessi occhi, un imponente carico di rifiuti, riversati nella distesa d’acqua, la più vasta al mondo, dalla noncuranza e dall’insensibilità di una collettività che è solo all’apparenza simbolo del progresso.

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Un’evoluzione al regresso che nel corso degli anni ha drasticamente mutato le connotazioni del Pianeta.

Il protagonista della narrazione riflette, continuando a scorgere, tra gli scarti di una civiltà fittizia, la negligenza di una società che deturpa quotidianamente i luoghi che le hanno dato i natali 

– «anche se non ricordo, io sono nato in te» -, trasformando «tempeste antiche, i venti e le correnti» in un’«isola di plastica che copre l’orizzonte».

«“Canto Notturno (di un papua errante del Pacifico)” – dichiara l’artista – è una sorta di salmo salato, la preghiera che un ragazzo della Nuova Guinea rivolge all’Oceano.

Ho scelto di iniziare con un cantato quasi sussurrato. Per esprimere una sorta di adorazione rispettosa nei confronti della Natura, come un indigeno per Madre Terra.

Nell’inciso finale, ricolmo di tormento, si evince tutta la drammaticità sorta nel cuore del giovane. Si percepisce la profanazione di un tempio sacro e selvaggio, che è sempre stato lì, per lui, per noi.

Ho cercato di trattare l’assurda realtà del “Great Pacific garbage patch” dal punto di vista di chi quei luoghi li abita da secoli.

Tutto il mondo è casa nostra. Dobbiamo imparare a trattarlo con la stessa osservanza con cui trattiamo la nostra abitazione».

Scritto dall’eclettico Alberto Francesco Culotta e composto dallo stesso Roberto Rajmondi, con grafiche dipinte a mano dalla straordinaria creatività dell’autore che ne ha diretto anche il videoclip ufficiale  – girato all’interno del Cinema Museo “Di Francesca” di Cefalù (PA) – e mix e master a cura di Davide Cesare, “Canto Notturno (di un papua errante del Pacifico)” è una ballata roots sinfonica. che intreccia violino e violoncello alla vocalità incisiva del suo interprete, nel tentativo di restituire innocenza al nostro sguardo abituato, quasi assuefattoalla presenza di plastica e rifiuti in ogni dove, con la speranza di un impegnoconcreto e costante, volto a sovvertire abitudini deleterie e distruttive, sostituendole con nuove consuetudinirispettose del territorio e di tutto il tessuto sociale.

Il singolo “Canto Notturno (di un papua errante del Pacifico)” sostiene l’operato dPlastic Free Odv Onlus (Website – Instagram).

Si tratta di un’ associazione di volontariato fondata nel 2019 con l’obiettivo di informare e sensibilizzare la collettività sulla pericolosità della plastica.

Roberto Rajmondi è un cantautore e musicista siciliano classe 1987. Nel 2008 pubblica il suo primo album: “Profumo”. 8 anni più in là, esce il disco “Senza Limiti”, che vede la collaborazione della Corner Band.

Nel 2019, è il turno di “Cenere e vino”, un disco intenso e complesso.

Il 2020, esce il singolo “Spirito e Volontà”, scritto da Alberto Culotta, amico e collega. L’anno successivo esce “Canto Notturno (di un papua errante del Pacifico)”in collaborazione sempre con l’amico Alberto Culotta.

La canzone parla della salvaguardia dell’ambiente, supportato dall’associazione di volontariato Plastic Free Odv Onlus.

Tale associazione si pone l’obiettivo di informare e sensibilizzare la collettività sulla pericolosità della plastica. E’ importante liberare le acque dalle tonnellate di rifiuti che inquinano, deturpano e distruggono fiumi, ecosistemi e, pertanto, la salute dell’essere umano.

Il pezzo fa da apripista al terzo progetto full length di Roberto Rajmondi, un concept autentico ed emblematico, sorretto dal file rouge del rapporto uomo-natura.

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