Rita Cerimele nella rubrica Passione e Cambiamento ci parla del Natale.

Rita Cerimele nella rubrica Passione e Cambiamento ci parla del Natale.

L’articolo di oggi si intitola ASPETTARE IL NATALE…

Rita Cerimele nel suo sesto appuntamento con la rubrica Passione e Cambiamento ci parla del Natale.

Dicembre è il mese che chiude l’anno solare. Il dodicesimo, come i dodici Apostoli, le dodici prove di Ulisse, i segni dello zodiaco, le ore in cui è diviso il giorno, le stelle della bandiera europea, c’è sempre il numero dodici.

Gli Dei principali dell’Olimpo erano dodici, come i cavalieri della Tavola rotonda, le tavole della legge dell’antico diritto romano, le fatiche di Ercole, le vertebre del torace. Sempre dodici. Gesù Bambino si perde nel Tempio a dodici anni.

La Gerusalemme Celeste ha dodici porte. Perché proprio il numero dodici? Perché è un numero semi perfetto uguale alla somma di alcuni suoi divisori.

La perfezione, dunque, è questo che cerchiamo aspettando il Natale.

La purificazione, il cammino interiore, uscire da una condizione di sofferenza per entrare nella grazia della Rinascita attribuita dai cristiani alla nascita del Bambinello.

Trovare la perfezione in un numero che si ritrova nel corpo, nel mondo fisico, comunitario, nell’ambito spirituale di “nascor” generato, cominciare, nascere, discendere, cominciare, crescere, svilupparsi.

Il solstizio d’inverno del 21 dicembre segna l’inizio della stagione invernale in cui il Sole sale  meno rispetto all’orizzonte,  la notte più lunga.

Quest’anno c’è stato un fenomeno astronomico di rilievo con la grande congiunzione tra Giove e Saturno che non si manifestava così dal 1226. I Romani celebravano la festa del Dio Sole e la sua risalita verso la luce equinoziale di primavera.

In questo continuo alternarsi di luce e ombra, caldo e freddo, veglia e sonno, l’essere umano è chiamato a farne esperienza e a riflettere. La celebrazione del Natale indica l’avvento della Luce nel mondo che arriva a squarciare le Tenebre.

Spesso nell’antichità all’idea del nuovo anno, del sole intramontabile, si associava il simbolismo dell’albero sempre verde, l’abete, l’albero della vita, della nascita.

Era in uso presso molti popoli nordici l’accensione delle candele sopra l’albero proprio nel giorno in cui cadeva il Solstizio. Durante le Feste ci accompagna la figura tradizionale di Babbo Natale la cui prima apparizione così come lo conosciamo oggi con giacca rossa, barba bianca e stivali, risale a una foto del 1862 su una rivista statunitense.

Collegata anche al vescovo Nicola il quale nella città di Myra esortava i parroci della sua diocesi a recarsi dai bambini che non riuscivano a raggiungere la chiesa e li invogliava a portare regali sulle slitte trainate dai cani.

Babbo Natale, rappresenta anche il contrasto tra bene e male.

La barba bianca quale simbolo di una coscienza orientata verso il mondo spirituale. Il vestito rosso è una manifestazione del principio spirituale nella materia. I guanti bianchi sono i talenti interiori espressi e sviluppati. La corporatura robusta è sinonimo di abbondanza e di completa assimilazione dei valori spirituali.

I migliori protagonisti del Natale sono i bambini.

Tradizionalmente si usava scrivere una letterina e affidarla a un genitore affinché la spedisse attraverso l’apposita buca delle lettere.

Forse in un’era tecnologica come la nostra i bambini riescono a viverne ugualmente l’attesa e percepire l’atmosfera incantata delle Feste anche in questo anno anomalo che ci ha provato sotto tutti gli aspetti.

I bambini sono energia pura e riescono a dare alla favola del Natale la giusta atmosfera.

La scoperta dei regali sotto l’albero è già una festa per chiunque li osservi.

Il dodicesimo mese dell’anno fa accadere questa doppia magia.

Solstizio e Natale festeggiati a distanza di tre giorni per regalarci la rinascita.

Anche in piena pandemia in quanto la vita è un intervallo e la fine rappresenta il cambiamento desiderato. Un equilibrio di perfezione che forse negli ultimi anni aveva perso valore perché sopraffatto da un consumismo sfrenato.

L’attesa resta il momento più bello fatta di emozioni e scoperte sotto l’Albero.

Per dirla con Rudolf Steiner, “Aspettare il Natale” sia per noi un simbolo per ciò che deve illuminare e ardere nelle nostre anime per innalzarci al mondo spirituale.

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