Sangue Inquieto di R. Galbraith: thriller, citazioni colte, vite vissute paura d’amare

Sangue Inquieto di R. Galbraith: thriller, citazioni colte, vite vissute paura d’amare

a cura di Silvio Coppola

A febbraio 2021 è uscito in Italia Sangue Inquieto, quinto capitolo della saga letteraria dedicata all’investigatore Cormoran Strike e alla sua socia Robin Ellacott. Come tutti sapranno, sotto lo pseudonimo di Robert Galbraith si cela la sontuosa scrittura di J.K. Rowling, qui decisamente rivolta a un pubblico più adulto rispetto alla platea eterogenea di Harry Potter. Sangue Inquieto è il racconto di un cold case accattivante e mai aggressivo, ricco di spunti narrativi che molto spesso esulano dal caso poliziesco al centro della storia.

Il romanzo è assolutamente godibile e alterna l’indagine poliziesca con l’analisi dei rapporti umani e l’approfondito studio dei personaggi.

Se questo è un merito della Rowling, dall’altro rende la storia un po’ dispersiva. All’inizio, si fa fatica a stare dietro al complicato caso investigativo, perché le vicende personali dei protagonisti e soprattutto le altre indagini in carico all’Agenzia si intrecciano continuamente con la storia principale.

Si corre il pericolo di perdere il filo conduttore e di non ricordare chi fosse questo o quel sospettato. Forse, 1083 pagine per un giallo sono troppe e questa è l’unica critica che muoverei all’autrice, anche se l’azione si dipana su un arco di un anno di indagini e questo giustifica la monumentalità del racconto.

La Trama

Il racconto inizia con l’investigatore che si trova in Cornovaglia per far visita alla zia Joan, colpita da un male incurabile. Lì, viene avvicinato da una donna che gli propone di investigare su un cold case: la madre, la dottoressa Margot Bamborough, era sparita quarant’anni prima e non era stata mai più ritrovata, né viva né morta. Strike e Robin accettano il caso, pur sapendo che sarà molto difficile risolverlo e per questo pattuiscono un anno di lavoro con la committente.

All’epoca dei fatti oggetto d’indagine, i maggiori sospetti erano caduti su Dennis Creed, un crudele serial killer che aveva rapito e assassinato molte donne, il quale non aveva però mai confermato di aver ucciso due donne mai ritrovate, Margot e la giovane Louise Tucker.

Strike e Robin iniziano a lavorare al caso e si rendono subito conto che ci sono molte nubi sugli ultimi giorni di vita di Margot. Era stimata da tutti, eppure molte delle persone che l’avevano frequentata provavano sentimenti rancorosi nei suoi confronti. Tra i sospettati c’era anche un pericoloso boss malavitoso, Luca Ricci, cui venivano ascritti molti delitti efferati.

Dalla lista dei possibili assassini non poteva escludersi il marito Roy, che poco dopo la presunta morte di sua moglie si era risposato con la governante di casa.

Inoltre, studiando i vecchi documenti della Polizia, i due investigatori scoprono che il detective all’epoca incaricato del caso, Bill Talbot, era quasi impazzito nel corso delle indagini e seguiva una pista esoterica, fatta di tarocchi e studio dello zodiaco, per riuscire a scoprire la verità.

Insomma, il caso è maledettamente intricato e il fatto che gli avvenimenti risalgano a quarant’anni prima non li aiuta di certo. Intanto, anche le loro vite private sembrano piene di buchi neri. Charlotte, la ex di Strike, continua a tormentarlo, mentre il padre biologico cerca un riavvicinamento, dopo averlo da sempre ignorato, ma la cosa peggiore è che Joan, la zia che lo ha cresciuto, sta morendo.

Robin deve invece affrontare un difficile divorzio dal marito Matt e respingere le volgari attenzioni di uno dei loro investigatori. Ma, in tutto ciò, è evidente che tra i due soci ci sia una forte attrazione, che entrambi cercano di dominare per non rovinare la loro bella amicizia e per la paura d’amare che spesso frena i nostri cuori.

Attenzione, da questo punto ci sono importanti rivelazioni sulla trama

L’anno di indagini va via, senza che si giunga a una conclusione. Strike e Robin hanno interrogato tutte le persone informate sui fatti, compresi i principali indiziati, e hanno fatto sopralluoghi in tutti i posti legati alla misteriosa vicenda.

Intanto, muore Joan, Charlotte tenta il suicidio e Robin ottiene il divorzio, mentre il collega che la molestava viene licenziato. Anna, la figlia di Margot, decide di non rinnovare il contratto e di mettere fine alle indagini, ma Robin e Strike decidono di continuare il lavoro di propria iniziativa, essendosi appassionati al caso.

Riescono a individuare sia un paziente di Margot, di cui si erano perse le tracce, che Gloria, l’ultima persona a vederla viva. Robin, grazie all’aiuto del padre dell’altra donna scomparsa e mai più ritrovata, ottiene dal Ministero della Giustizia l’autorizzazione a interrogare Dennis Creed, il serial killer detenuto in un ospedale psichiatrico. Il difficile compito spetta a Cormoran Strike.

Durante l’incontro, l’investigatore riesce a fargli ammettere di non aver ucciso Margot, ma di essere l’assassino di Louise Tucker, il cui corpo viene finalmente ritrovato.

A questo punto, alla luce dei dati in loro possesso, i due investigatori riescono a svelare il nome dell’assassino di Margot: è Janice, un’infermiera della clinica dove lavorava la donna, che si rivela essere una serial killer che ha ucciso molte persone usando il veleno. Margot aveva capito che Janice era una persona pericolosa e l’aveva collegata a numerose morti sospette, per questo l’infermiera aveva deciso di eliminarla, nascondendo il suo corpo in casa di due suoi pazienti affetti da sindrome dell’X fragile. Loro avevano inconsapevolmente nascosto il suo cadavere per quarant’anni.

La soluzione del cold case ha una grande eco mediatica e a beneficiarne è soprattutto l’Agenzia. Il racconto del lungo anno di indagini si conclude nel giorno del compleanno di Robin, con un galante Strike che le fa doni e la porta a cena fuori. Non sappiamo se ci sarà il tanto atteso happy ending, è tutto rimandato alla prossima avventura. Si spera!

La Recensione su Sangue inquieto

Come in tutti i volumi della saga dedicata a Cormoran Strike, e ormai possiamo dire a Robin Ellacott, l’aspetto “giallo” o “thriller” del romanzo viaggia di pari passo con l’analisi umana dei personaggi. Le loro storie, le paure, le insicurezze, appassionano quanto se non più del caso investigativo in sé.

L’attenzione della scrittrice è rivolta soprattutto ai due protagonisti, che hanno vite complesse e vengono entrambi da storie d’amore fallimentari, di conseguenza l’interesse del lettore per la risoluzione del caso viene spesso superato da quello per lo sviluppo dei rapporti sentimentali tra i due soci, chiaramente innamorati l’uno dell’altra.

Sia Strike che Robin hanno fantasmi da debellare e, mentre combattono con il passato, cominciano ad avere dubbi anche sul futuro. Gli anni passano e la solitudine può essere un rifugio comodo in cui ritirarsi, ma anche un altro fantasma da sconfiggere. Restare nella comoda sicurezza di un presente anonimo o tentare di dare nuovi colori alla propria vita, rischiando anche di farsi del male?

J.K. Rowling disegna con maestria i suoi personaggi, offrendoli all’affetto del lettore e ponendoli al di sopra del caso investigativo. Spettacolare è il capitolo in cui Strike interroga Dennis Creed. Un concentrato di ritmo, tensione, cultura e intelligenza narrativa. Entusiasmante. Da amare infine la scena finale.

Conclusione

Sangue inquieto è un giallo atipico, non solo per la dimensione del libro, ma per la struttura stessa della narrazione. Definirlo thriller è estremamente riduttivo, perché il romanzo contiene tanti racconti di genere diverso che s’incrociano e si fondono, pur conservando ognuno la propria identità narrativa.

L’attenzione del lettore è catturata soprattutto dai dialoghi e dai rapporti umani dei personaggi, tanto che il caso investigativo fa quasi da sfondo alle vicende dei protagonisti. Come detto, la trama legata al cold case risente forse di una lunghezza eccessiva ed è spesso disturbata dalle altre indagini dell’Agenzia, che confondono il lettore con fatti e personaggi dallo scarso significato.

Questa è l’unica critica che si può muovere a un romanzo così ricco e complesso. Sangue Inquieto si è rivelato una lettura piacevole, sostenuta dalla scrittura sontuosa di J.K. Rowling.

Le critiche mosse alla scrittrice all’uscita del libro non hanno alcun fondamento, prima di boicottare bisognerebbe documentarsi. Non mi riferisco alle sue dichiarazioni sulla parità di genere, ma solo a questo romanzo. Non ho riscontrato alcun messaggio negativo. Si è fatto un gran parlare del fatto che il serial killer a volte si travestisse da donna per adescare le sue vittime, ma era solo uno dei modi che usava per camuffarsi e non essere riconosciuto, il sesso non c’entra nulla, poi è solo un accenno senza grande importanza ai fini della narrazione.

In conclusione, Sangue inquieto è un’ottima lettura e sotto l’ombrellone è ancora meglio.

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