Sarah Grisiglione presenta il libro “Autopsia di un dolore”

Autopsia di un dolore è un romanzo psicologico con protagonista la giovane e affermata psicoterapeuta Aurora. Diversi lutti ne hanno attraversato l’esistenza, dalla nonna materna morta di cancro, alla madre Clara suicida all’età di trent’anni.

Dopo avere perso anche l’adorato nonno Giovanni, psichiatra conosciuto e stimato, con cui aveva un legame speciale, deve fare i conti con una realtà scomoda e dolorosa. Tramite i colloqui con i suoi pazienti, in un flusso di coscienza dove pensieri, emozioni e sensazioni si intrecciano a ricordi del passato e alle giornate del presente, si snoda dunque il percorso emotivo che coinvolgerà ogni aspetto della sua vita, dall’identità sessuale alla presa di coscienza del suo posto nel mondo.

Aurora si riappropria delle sue origini, soprattutto alla luce delle sconvolgenti verità che ritroverà nei diari della madre, riuscendo a dare risposte a domande insinuatesi spesso nella sua mente. Solo ritrovando quei legami di attaccamento confusi dal tempo trascorso, in un viaggio fisico ed emotivo tra Milano e Catania, Aurora metterà chiarezza nella sua vita e nel suo cuore.

Aurora Grimaldi, psicologa milanese, indaga sulle origini non troppo chiare della sua nascita, per cercare di avere risposte ai dubbi che la tormentano da tempo. Come attraverso un esame autoptico, la donna seziona le cause di quel dolore esistenziale, servendosi di alcuni diari della madre, fino a giungere a un’atroce verità.

Il libro è molto coinvolgente e proprio per questo non sono mancate le domande all’autrice, Sarah Grisiglione, su alcuni passaggi presenti nei vari capitoli, sui protagonisti, sulle dinamiche…

Leggendolo le immagini scorrono fluide come un film, ci si immedesima facilmente nei personaggi e non è difficile provare la sofferenza della stessa Aurora, quando scopre cosa ha davvero portato sua madre al suicidio…

Il primo capitolo è molto suggestivo e si apre con una scena apparentemente comune…Una madre che parla con i suoi figli…

Nasciamo senza futuro, solo la speranza ci regala il miraggio di poter realizzare tutto ciò che vogliamo o pensiamo di meritare. Peccato che una sola vita non basta. “Se dici demente un’altra volta a tuo fratello, ti becchi
uno schiaffo e resti un giorno in punizione!” la madre aveva urlato al più grande dei due ragazzini, intromettendosi in una normale lite fra fratelli, per prendere le difese del minore.

Qual è il tentativo dell’autrice quando scrive a pagina 7’ “viviamo un’eternità che non ci appartiene non è umana.?”

Mi riferisco al fatto che, come esseri umani, abbiamo un inizio ed una fine; non viviamo in eterno ma viviamo illudendoci di poterlo fare. Crediamo sempre di avere un tempo infinito e procrastiniamo le cose. Sembra quasi che neghiamo il presente, crogiolandoci in tempi che non ci appartengono: il passato è una porta murata, mentre il futuro una porta spalancata nel vuoto.

Man mano che si leggono i primi capitoli e il lettore ha modo di capire il contesto in cui si svolge la narrazione, aumenta il desiderio di conoscere meglio la figura di Aurora…

Sarah, chi è Aurora? Se davvero dovessi definirla in 3 pregi e 3 difetti cosa diresti di lei?

Aurora è una donna molto intelligente, bella e testarda, qualità che possono essere sia pregi che difetti. È parecchio confusa, non si dà il permesso di esprimere emozioni, nemmeno in seguito alle perdite subite; non sente tristezza e neppure rabbia, accetta il suo destino. Come analista transazionale, direi che è una perfetta Bambina Adattata.

Tra gli uomini che Aurora ama per primi crescendo, c’è il nonno Giovanni, simpaticamente chiamato “Nonni” che rappresenta sicuramente “il suo nido” ma allo stesso tempo una figura maschile che domina la scena dall’inizio alla fine del libro…

Sarah, quanto conta nonno Giovanni nella vita di sua nipote Aurora?

Nonni influenza molto la vita di Aurora. È il suo mentore, il suo modello di vita umana e professionale. Lo ama davvero tanto ed è riconoscente per averla cresciuta con cura ed amore.

Se Nonni si dimostra un nonno affettuoso e presente, Clara la madre di Lisa, è il suo opposto. E’ infatti una donna invece sempre in giro a fotografare il mondo, forse una una sorella maggiore più che una mamma…Una donna che non ama il contatto fisico, fredda quasi anaffettiva… Ecco, parlando di opposti…

Quali tipi di traumi può causare un rapporto madre-figlia come questo?

Clara è una ribelle, una girovaga per sofferenza, non può continuare a vivere sotto lo stesso tetto del padre e della figlia per i motivi che verranno svelati alla fine del libro. È un personaggio che ho amato tantissimo, il più sofferente, vittima del caso e degli eventi, che ama tantissimo la figlia e non riesce a dimostrarglielo perché non può accettarla incondizionatamente. La relazione madre-figlia è la più complessa e indagata dalla psicologia per l’influenza che può avere. Un rapporto simile può creare dipendenza ma anche insicurezza. Nel legame con la madre, la donna si rispecchia e l’immagine rimandata diventa il valore che la figlia si dà.

Tra le scene del libro in cui in molti lettori si ritrovano quando lo leggono, c’è l’incontro con la figura dello psicologo, lo studio, il divano, la scrivania, il momento in cui il paziente si racconta …E perchè no anche quando è lo psicologo a prendere appunti…

Aurora, la protagonista, quando i suoi pazienti sono in terapia da lei, in studio, trascrive ciò che le riferiscono… Raccontare, descrivere il lavoro dello psicologo così, di colui che scrive di fronte al paziente… E’ voluta, proprio per sfatare falsi miti o…altro?

Quello è il mio modo di lavorare, sono solita scrivere durante le sedute, dopo aver chiesto il permesso al paziente e mentre lui parla io appunto la sua storia per costruirla assieme.  Fra le mie tecniche, uso parecchio la scrittoterapia, ogni mio paziente porta in studio un quaderno speciale che sceglie e con cui ama lavorare.

Un termine che ha attirato la mia attenzione, ma sicuramente anche quella dei lettori è stata “epiphany”. Ne parli a pagina 14..termine tecnico per dire?

– L’epiphany è un omaggio a James Joyce. Nel flusso di coscienza è un momento di improvvisa rivelazione, una sorta di insight.

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Chi è Sarah Grisiglione?

Sarah Grisiglione, docente liceale e psicologa psicoterapeuta, da sempre è appassionata di libri. La scrittura è un’esperienza catartica ed espressiva che le ha permesso di raccontare le emozioni in prosa, coinvolgendo i lettori in una sorta di dialogo muto. Gestisce su Facebook una pagina con quindicimila follower, “La biblioteca dei libri ritrovati”, dove recensisce e pubblica testi suoi o di altri autori. Ha pubblicato due racconti brevi in eBook, Io non sono vivo (2016) e Una storia incompleta (2018). Alcuni suoi racconti sono stati inseriti in un’antologia con Historica edizioni nella collana “Racconti Siciliani”.

Dove trovare il libro di Sarah Grisiglione?

Autopsia di un dolore

https://www.algraeditore.it/narrativa/autopsia-di-un-dolore


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