Silvio Coppola e la Regina degli Scacchi: il successo dell’intelligenza

Silvio Coppola e la Regina degli Scacchi: il successo dell’intelligenza

Questa produzione è targata Netflix. Il titolo originale della serie è, infatti, The Queen’s Gambit, ossia gambetto di donna, dall’omonimo romanzo di Walter Tevis. Scritta da Scott Frank e Allan Scott, interpretata da una superlativa Anya Taylor-Joy, la serie narra la vita di una bambina rimasta orfana, che lotta contro la dipendenza da alcol e psicofarmaci, inseguendo La Regina degli Scacchi: il successo dell’intelligenza

La prima stagione de La Regina degli Scacchi ha fatto esplodere la passione per un gioco qui da noi poco diffuso. Gli scacchi sono lo sport della mente, l’esaltazione della tattica, e, una volta tanto, sullo schermo si celebra l’intelligenza e non la violenza.

Il gambetto di donna è una delle più antiche aperture nel gioco degli scacchi, oggi forse la più popolare, grazie il sogno di diventare grande maestro di scacchi.

“Io sto bene da sola. Mi sento sicura. Esiste tutto un mondo in quelle 64 case” Beth Harmon

La trama

Siamo nei primi anni sessanta. Beth Harmon è figlia di una ragazza-madre che vive in una roulotte. Il padre è molto poco presente nella sua vita e lei cresce da sola con una madre stravagante e instabile, tanto che decide di suicidarsi insieme alla figlia. Nell’incidente, la donna morirà, mentre la ragazzina ne uscirà miracolosamente illesa. Beth ha otto anni ed entra in orfanotrofio, dove stringe un rapporto di amicizia con un’altra ospite della struttura, Jolene, e dove incontra il custode che, nello scantinato dello stabile, le insegna il gioco degli scacchi. Lui nota che la ragazzina ha uno straordinario talento e decide di segnalarla al circolo di scacchisti di cui fa parte. Intanto, Beth viene adottata e lascia l’orfanotrofio. Anche nella sua seconda esperienza famigliare troverà un padre assolutamente assente, mentre con la madre adottiva si creerà un forte rapporto affettivo. Inizia a partecipare ai primi tornei di scacchi e la sua escalation verso la gloria sarà inarrestabile, tanto da portarla a sfidare, a soli ventidue anni, il campione del mondo, di nazionalità sovietica come tutti i più grandi scacchisti di sempre. Nell’ultima, entusiasmante puntata si scoprirà se Beth riuscirà a diventare la prima donna campione del mondo.

“L’obiettivo degli scacchi è distruggere la mente dell’avversario” Bobby Fisher

La recensione di silvio coppola

Premetto che la trama potrebbe apparire un po’ piatta e il personaggio di Beth emotivamente poco coinvolgente, specie nelle prime puntate, ma questo, probabilmente, è stato voluto dagli autori, considerato il vissuto della ragazza. Le vicende dell’orfanotrofio non riservano sorprese e nemmeno il cambiamento di vita conseguente all’adozione dà una sterzata alla trama, quello che catalizza assolutamente l’attenzione dello spettatore è il rapporto di Beth con gli scacchi. La ragazza emana un magnetismo contagioso quando si siede dietro la scacchiera e volge i suoi grandi occhi all’avversario. Non esprime emozioni e la sensazione è che non ne esprima perché non ne ha. Ma poi di fatto non è così.

La bambina triste che giocava a scacchi nello scantinato con il custode dell’orfanotrofio intanto cresce e diventa donna, e mentre negli ambienti scacchistici nessuno la prende mai veramente sul serio, lei macina gli avversari, li stritola, li sbalordisce, mentre i suoi occhi restano freddi come il matto del barbiere. Quelle partite inchiodano allo schermo gli spettatori e si fa il tifo per lei, unica donna in un ambiente maschile, seppur non marcatamente maschilista. Infatti, non ci sono msi episodi di discriminazione di genere.

  • Silvio Coppola

La conclusione della serie tv

Questa serie TV racconta una storia di formazione. Tra un arrocco e una difesa siciliana, Beth Harmon diventa donna e si impone in un ambiente prettamente maschile. In poco più di un decennio, passa dall’orfanotrofio alla vetta del mondo e ottiene il suo riscatto sulla vita. Intanto, gli anni Sessanta fanno da sfondo alla vicenda, anche con il supporto di un’adeguata colonna sonora e della tipica moda di quegli anni.

Il trailer ufficiale de La Regina degli Scacchi

La Regina degli Scacchi non è una serie di cui parlare bene giusto per seguire l’onda favorevole dei social, ma semplicemente perché è un’opera originale ed estremamente raffinata. Beth, splendidamente interpretata dalla giovane modella americana Anya Taylor-Joy, è l’elemento imprevisto e deflagrante in un mondo (quello degli scacchi) dominato dagli uomini e solitamente noioso per un pubblico non immerso nel gioco. Invece, qui aspetti la prossima partita, anche se non ne capisci nulla, perché speri che Beth vinca e possa godere dell’espressione stupita e ammirata dell’avversario di turno. Beth ha un incredibile fascino naturale, forse espressione della difficile infanzia, della dipendenza da alcol e psicofarmaci o, semplicemente, di una mente fuori dal comune.

Bellissima la scena finale, con lei che gioca in strada una partita improvvisata con un giocatore non professionista, come quando bambina giocava nello scantinato dell’orfanotrofio con il custode scacchista.

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