Sira- Zoé Schmid presenta The Concurrent Presence Part III XII

Sira- Zoé Schmid presenta The Concurrent Presence Part III XII


Sira-Zoé Schmid ha sviluppato la sua ricerca dedicandosi prevalentemente alla fotografia, al testo, l’installazione e la performance. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Vienna nella classe “Belle Arti e Fotografia” con Matthias Herrmann e Martin Guttmann, laureandosi nel 2013.

Muratcentoventidue Artecontemporanea è lieta di presentare “The Concurrent Presence Part III XII”, una mostra personale con opere dell’artista austriaca Sira-Zoé Schmid.

Vive e lavora a Vienna e Salisburgo.
Ha ricevuto numerose borse di studio, partecipato a progetti di residenza ed il suo lavoro è stato esposto in diverse istituzioni e gallerie internazionali.
Sviluppando la sua ricerca nel campo della fotografia in senso ampio, Sira-Zoé Schmid inizia un percorso che ne esplora le molteplici potenzialità. L’analisi di tutti i media e delle questioni socioculturali che ci circondano si riflettono nel suo lavoro .


I deserti vulcanici di Gran Canaria e Lanzarote sono gli ambienti inospitali in continua evoluzione delle performance video di Sira-Zoé Schmid esposte qui. I deserti di questo pianeta non sono estranei al mondo dell’arte: una metafora comoda per il vuoto e la desolazione, è il paradigmatico “nessun luogo”.


I deserti sono luoghi reali e sono anche metafore. I veri deserti presentano un estremo ecologico tale da fungere facilmente da simboli per molti aspetti della vita umana: un luogo vuoto, un luogo senza molte risorse, un luogo in cui le vite sono fragili e in bilico. Ma la metafora non riguarda solo gli aspetti negativi.

I deserti sono anche luoghi straordinari di resilienza, sorprese e bellezza sorprendente.
Grandi artisti del Novecento come Georgia O’Keeffe, Agnes Martin, hanno scelto in diversi momenti della loro vita di immergersi negli sconfinati territori dei deserti americani. Michael Heizer, leader del movimento Land Art negli anni Sessanta, insieme a Walter De Maria, Robert Smithson e Dennis Oppenheim, crea opere d’arte e installazioni su larga scala nei deserti americani documentate con fotografie e filmati.

Ancora oggi gli artisti contemporanei, utilizzano tecniche e stili diversi per rappresentare la profondità simbolica e il fascino del deserto.

Nel 2017 Schmid ha iniziato la sua serie di performance video “Desert Flower” nel deserto americano del Mojave. Una donna, l’artista, che indossa un abito scuro e un piccolo parasole blu e volta le spalle allo spettatore, percorre un sentiero solitario nel deserto fino a scomparire all’orizzonte.


Con un linguaggio visivo chiaro e poetico esplora l’interazione di luce e ombra sulle forme del deserto rivelandone la bellezza austera e riflettendo in questo suo lento procedere sul senso di smarrimento e fragilità che questa bellezza provoca.

Durante la residenza artistica a Lanzarote e Gran Canaria del 2022, Schmid ha proseguito la sua serie di performance Desert Flower con una seconda parte.
Così la curatrice Sophie Haslinger a proposito del suo lavoro “Vediamo una valle del deserto del Mojave, le dune di Maspalomas, il vulcano Caldera Colorada, il Malpaís de Montaña Colorada e molto altro.

Una donna, l’artista, entra nell’inquadratura da destra, con le spalle rivolte alla telecamera. La protagonista, che indossa un abito nero e tiene in mano un parasole blu elettrico, sembra quasi surreale in questo paesaggio arido.
Continua a camminare verso l’orizzonte finché il suo parasole non diventa un piccolo punto blu che scivola completamente fuori dalla vista mentre scompare in lontananza.

Durante un viaggio di un mese attraverso Gran Canaria e Lanzarote, Sira-Zoé Schmid è stata finalmente in grado di continuare il gruppo di opere “Desert Flower Part I” del 2017 (Mojave Desert, California) con una seconda parte e terza parte contenente 11 nuove performance video e opere fotografiche.
Come tutte le performance fotografiche e video di Sira-Zoé Schmid, “Desert Flower” è – come descrive l’artista – una “performance privata” solo per la macchina fotografica, senza la presenza di un pubblico.


Schmid lavora inoltre ripetutamente con posizioni fisse della macchina da presa che le permettono di agire sia come performer, che come regista e operatore.

L’immagine in movimento replica così la fotografia:

ogni singolo fotogramma potrebbe esistere da solo come opera fotografica. L’artista ha collaborato con l’artista visivo Markus Oberndorfer per documentare fotograficamente le performance.


Queste video-performance si collegano alle prime di Sira-Zoé Schmid, che nascevano sempre da esperienze personali. Inizialmente solo concetti grezzi, sviluppando il lavoro in modo intuitivo e spontaneo e facendo riferimento al suo ambiente concreto.

La protagonista cammina con calma ma con determinazione su un sentiero verso l’orizzonte finché non è più visibile. L’azione del camminare visualizza sia il senso di precarietà che il passaggio del dolore e dello smarrimento.

Allo stesso tempo, Schmid mette in scena la camminata come un processo meditativo nella vastità del paesaggio ….”.

Luogo

Muratcentoventidue-Artecontemporanea

Via G. Murat 122/b – Bari

La mostra è supportata da:

Land Salzburg (https://www.salzburg.gv.at/themen/kultur)

Forum Austriaco di Cultura Roma (https://www.austriacult.roma.it/de/)

Bildrecht (https://www.bildrecht.at/)

Orari di apertura

Domenica, lunedì, martedì, sabato solo su appuntamento

Mercoledì, giovedì, venerdì dalle 18.00 alle 20.00

Info

3348714094 – 392.5985840

http://info@muratcentoventidue.com

http://www.muratcentoventidue.com

http://www.facebook.com/MuratcentoventidueArtecontemporanea

https://www.instagram.com/muratcentoventidue_bari

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