Oggi voglio parlarvi dell’ingegnere gelese Chiara Cocchiara: un esempio da seguire per tutte le donne che vogliono realizzare imprese impossibili!
Chiara è l’unica europea che all’età di 28anni ha partecipato al programma della Mars Society nel deserto dello Utah degli stati Uniti nel 2016 e che nel 2022, è stata inserita nella lista dei 20 professionisti under 35 che guideranno il settore spaziale nei prossimi anni, elaborata da Space and Satellites Professional International (Sspi), il più grande network internazionale e interdisciplinare di individui e aziende del settore spaziale.
Chiara sostiene la “space economy” ed è fermamente convinta che le materie scientifiche e tecnologiche non sono solo “cose da uomini” ma al contrario si possono avvicinare ragazzi e ragazze senza pregiudizi tuttavia è una sfida, non cadere nei cosidetti luoghi comuni.
“Sebbene la situazione stia migliorando, le differenze di genere nel settore spaziale sono ancora molto visibili. La maggior parte dei colleghi con cui lavoro io, ad esempio, è di genere maschile e solo una parte più piccola sono donne. Ma basta osservare le statistiche per accorgersene: tra gli iscritti a ingegneria aerospaziale dell’Università di Pisa, nel 2022, oltre 7 su 10 erano uomini e solo il resto donne. Più che di stereotipi di genere, quindi, si parla di dati reali che attestano queste differenze”.
Parando delle materie scientifiche Chiara afferma:
“…le materie STEM sono considerate più difficili rispetto alle altre. Nonostante, a livello universitario, il numero degli iscritti in discipline, ad esempio, ingegneristiche, non sia poi così basso. Piuttosto, è nell’età scolastica che risulta difficile incontrare degli studenti che si appassionano a queste materie. E tra le ragazze questo “distacco” si avverte ancora di più. Se uniamo poi questo dato allo stereotipo che queste discipline siano più adatte a un ragazzo, la conseguenza è che le ragazze vengono allontanate sempre di più da queste materie, portandole a intraprendere percorsi molto diversi”.
Chiara collabora a missioni internazionali come l’ESA (l’Agenzia Spaziale Europea) e l’EUMETSAT (l’Ente per la gestione dei satelliti meteo): qual è stato il “segreto”?
“Per arrivare a quei livelli, oltre all’impegno e alla conoscenza tecnica, che chiaramente sono richieste, bisogna continuare a sognare. La passione è davvero il motore più importante per la crescita di uno studente, sia dal punto di vista personale che dal punto di vista professionale. Sono sicura che ognuno di noi ha qualcosa in cui crede che sogna di diventare. Nel fare questo ci poniamo degli obiettivi da raggiungere, e i miei obiettivi ruotavano e ruotano ancora oggi attorno alle missioni spaziali. Devo dire che ogni volta che assisto ad un lancio di un satellite o che parlo di missioni spaziali e di un evento nel mio lavoro quotidiano, quando vado all’Agenzia spaziale per svolgere il mio lavoro, mi emoziono ancora pensando che nel mio piccolo sto contribuendo a qualcosa di immensamente grande”.
iSpace School, il progetto che porta nelle scuole il mondo dello spazio,che finalità ha?
Il progetto iSpace School ha proprio l’obiettivo di educare ispirando le nuove generazioni. Materie ingegneristiche, con nozioni di fisica e matematica, vengono applicate allo spazio e alla vita degli astronauti. Gli studenti hanno così modo di confrontarsi con le loro sfide all’interno della stazione spaziale internazionale, imparando a conoscere le difficoltà dell’ambiente spaziale e le differenze con la vita sulla Terra. Lo spazio, in generale, ha ormai un impatto enorme sulle nostre vite e gli esperimenti che vengono svolti lassù hanno un forte impatto anche su altri settori, dalla biologia alla medicina all’agraria”.
Come funziona, in concreto, iSpace School?
“Le materie legate all’aerospazio vengono presentate agli studenti tramite percorsi formativi online, che vengono accompagnati da confronti con esperti del settore. Infine, verrà data la possibilità di partecipare ad Hackathon spaziali. Eventi in cui gli studenti vengono divisi in gruppi, si sfidano con idee innovative e progetti spaziali, venendo poi giudicati da una giuria di esperti. Molte scuole in Italia e nel mondo hanno già aderito al progetto e davvero hanno regalato agli studenti un’opportunità unica di crescita e di conoscenza”.
Per approfondire:
https://www.skuola.net/autore/marcellogelardini
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