Antonio Squicciarini, intervistato al telefono ha una voce calda e accogliente, pittore barese, nato nel 1957 vanta ad oggi ben 50anni di illustre carriera.
La vita di Antonio Squicciarini è stata segnata da eventi altalenanti ma ha dimostrato in più di un’occasione quanto sia importante non arrendersi di fronte alle difficoltà se si ha ben chiaro cosa si vuole realizzare nella vita.
Antonio Squicciarini al telefono esordisce dicendo:
” Ero povero quando ho iniziato ma questo non mi ha fermato, ho inseguito la mia passione e bussando alla porta di chi incontravo sono arrivato fin qui oggi. C’era chi mi apriva e chi invece mi insultava ma io sono andato avanti lo stesso”.
Terzo di sette figli, Antonio racconta:
” Mio padre lavorava in Germania, non c’era mai a casa, per questo sono andato presto in collegio dove ho stupito per la prima volta i miei compagni e la maestra. Da bambino infatti ho riprodotto “Il Bene e il male” San Francesco su un foglio, ma l’insegnante pensando che avessi copiato, me ne ha date di santa ragione!”
“I compagni mi hanno difeso ma lei incredula mi ha detto di disegnare alla lavagna eh…Poco dopo ha chiamato la direttrice ed è scoppiata a piangere perchè si è resa conto che avevo detto il vero” .
“La gioia di mio padre è stata enorme quando ha scoperto il mio talento al punto da organizzare una mostra al Circolo della Vela e poi allo Sporting Club (i locali dell’attuale Teatro Margherita) Avevo solo 13 anni eppure l’unica cosa che sapevo era che volevo disegnare! “
“Per me la passione è sempre stata tutto! Ho proseguito gli studi all’Accademia di Brera frequentando grandi artisti contemporanei come Ernesto Treccani e Domenico Purificato…Qui, sempre nella città lombarda, ho organizzato mostre nei locali notturni, guadagnandomi così il soprannome di“pittore della notte”.
Incredibile Antonio!C’è qualcosa di folle che hai fatto nella tua vita fino ad oggi, c’è qualcosa che vorresti ancora realizzare?
“Ottima domanda! Nel 1984, in occasione dell’inaugurazione della mostra di Domenico Cantatore presso il Castello Svevo di Bari, ho bruciato più di cinquanta sue opere in segno di protesta contro l’indifferenza degli organi di cultura nei confronti dei giovani artisti!
Nello stesso anno ho incontrato lo scenografo Danilo Donati grazie al quale ho vissutovivere l’esperienza cinematografica disegnando le scenografie per il film “Ginger e Fred” di Federico Fellini. Ho conosciuto Marc Chagall…
Ho vissuto intensamente la mia vita, ho conosciuto persone importanti…Forse quello che vorrei realizzare ad oggi è un libro, chissà!”
Un libro? Quindi ti piace scrivere anche! Di cosa parleresti nel tuo libro?
“La mia vita racchiusa in un libro!No, assolutamente no (ride al telefono)…Potrebbero essere delle riflessioni legate a tutto quello che ho appreso in questi anni, le esperienze che ho avuto, le gioie e i dolori che ho attraversato…Ancora adesso, scorrendo i ricordi mi emoziono quando ripenso agli incontri che ho avuto. Il più bizzarro forse è stato l’incontro con un napoletano, (forse un malavitoso) incontrato a Milano mentre studiavo…Mi spiazzò il suo modo così gentile di darmi l’opportunità di ritrarre la sua “compagna”pagandomi in anticipo…”
“Ho consociuto Sgarbi, Fellini, Morricone, Giò Pomodoro e tanti altri personaggi famosi… Ognuno di loro mi ha trasmesso qualcosa di unico.”
Antonio, c’è un incontro che ricordi come fosse ieri ?
“Sicuramente è stato davvero entusiasmante conoscere dal vivo anche Frank Sinatra, ricordo che allora ero un grande estimatore, avevo tutti i suoi album . Il concerto al Petruzzelli del 6giugno 1987 (prima che bruciasse) è stato indimenticabile, ero seduto in prima fila e il biglietto costava 100lire! Sono riuscito a conoscerlo andando a trovarlo in camerino e lì per lì ero talmente emozionato che non riuscivo nemmeno a parlare!”
Cosa vuoi dire a chi come te decide di dipingere, essere un pittore?
“Mi hanno definito il pittore dei sogni, cosa posso dire di più? Sgarbi mi disse all’epoca quando lo conobbi al Palace Hotel di Bari durante una mostra: “Dipingi la gioia perchè hai subito l’abbandono”
“Sono rimasto esterrefatto perchè non immaginavo che in pochi minuti di conoscenza Sgarbi potesse leggere la mia anima! So soltanto che in tutta la vita sono stato solo pittore!”
“Sono nato e vissuto, prima di andarmene da Bari, in una strada frequentata da prostitute, delinquenti ma ho colto da ognuno di loro gli aspetti positivi che potevo apprendere. La pittura mi ha salvato, perchè quando i miei compagni sono usciti dal collegio in pochi si sono realizzati. Molti erano arrabbiati, incazzati neri con la vita, alcuni si erano anche drogati… “
“La mia passione per l’arte mi ha salvato! Ho avviato il mio studio in via Dante a Bari dove vendevo i miei quadri consapevole che “il mondo è bello perchè è vario” e non mi sono mai sottratto a ciò che sentivo di dover fare. Dipingere, realizzare quadri. I momenti di crisi ci sono stati come per tutti ma sapevo che ci sarei riuscito, dovevo farcela. “
“Intorno agli anni 70-80 quando potevo, aiutavo la mia famiglia inviandogli quello che guadagnavo . Prima di aprire il mio studio è passato del tempo e ricordo piacevolmente tutte le strategie usate per vendere i ritratti che realizzavo. A Rimini per esempio, io mi piazzavo sotto gli ombrelloni della gente e mi presentavo, c’era chi non apprezzava e c’era chi invece mi chiedeva di essere ritratta più magra, più bella… “
Antonio Squicciarini parlaci dei prossimi eventi…
“50 anni di sogni è la mostra che si svolgerà nel più importante Museo della Corea del sud, il Seoul Arts Center Hangaram Art Museum (Seoul), dal 12 al 20 dicembre 2020. Non è la prima volta a Seoul per me!”
“Nel 2018 le mie opere sono state esposte qui, nel 2020 mi hanno dedicato uno spazio permanente, una exhibition room intitolata proprio Gallery Antonio.”
“È una emozione indescrivibile di cui sono profondamente orgoglioso: sono il primo artista italiano a ricevere questo riconoscimento. Però questa gioia è anche amara se penso alle mie origini: la mia città, Bari, non ha avuto questa considerazione per me, eppure tutto è cominciato in Puglia”
Antonio Squicciarini, se ti dovessi descrivere e dovessi descrivere le tue opere cosa diresti?
“I miei quadri sono caratterizzati da personaggi, amori, sogni, visioni, maschere, e sono tutti molto colorati! Sono stato l’assistente costumista di Danilo Donati per il film Ginger e Fred di Federico Fellini e questo mi ha influenzato parecchio…”
“Se mi dovessi descrivere direi che sono una persona ironica, mi piace descrivermi come un “giullare”. Credo fortemente che l’ironia sia una gran cosa! Sono una persona ironica 😉 “
“A Seoul hanno compreso subito questo mix esplosivo di colori e amore… Ma ad onor del vero, amo tanto scherzare quanto ritagliarmi uno spazio per la solitudine. Amo quel mondo inesplorato, dove esiste qualcosa oltre la logica quotidiana: una libera e incosciente follia, come quella del giullare, un soggetto che mi è molto caro perché per me rappresenta tutto ciò è dietro le nostre azioni quotidiane… Dietro ogni azione si nasconde la nostra immagine di bambini: la purezza e l’ironia. Il giullare è un pò il mio riferimento!”
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