Michele Agostinelli il pittore che ama stupire con materiali di riciclo

Michele Agostinelli il pittore che ama stupire con materiali di riciclo

Michele Agostinelli è un pittore che ama stupire nei suoi quadri con materiali di riciclo, ha esperienza ultradecennale nel suo settore superando i 47anni. E’ di sicuro un grande artista! Per diverso tempo ha lavorato come insegnante a scuola, medie e superiori disegno e storia dell’arte, il suo lavoro “ufficiale” di insegnante lo ha sempre amato, così come il lavoro di grafico, che portava di pari passo insieme alla sua passione per la musica e per l’arte. Attualmente cura la galleria d’arte DIVITAS in viale Orazio Flacco 13b a Bari E LE RELATIVE MOSTRE

Dopo aver rotto il ghiaccio e aver chiacchierato un pò al telefono, Michele Agostinelli si lascia sfuggire parlando del suo percorso di studente quello che pensa: “L’istituto d’arte è stato una spinta a spostarmi da Bari e a viaggiare visitando musei famosi di tutto il mondo, gli insegnanti sono stati importanti durante la mia formazione ma il vero stimolo l’ho trovato grazie alla mia determinazione nel voler crescere. Stupendi i quadri dei pittori che hanno fatto grande la storia. Non ho ricordi troppo positivi dei miei professori…”

Quali musei, Michele, ti hanno affascinato più degli altri?

Terminata la scuola ho preso la macchina e mi sono detto:”Voglio una vita spericolata” Così ho viaggiato il più possibile ma sono rimasto affascinato, in particolar modo dal Museo D’Orsay, il Louvre a Parigi. Mi sono innamorato presto di Van Gogh e Rembrandt, ma il mio primo amore non è stato il pennello bensì i gessetti colorati e il cartoncino nero! I miei primi schizzi li ho realizzati con i fontanesi!

Michele Agostinelli, Il tuo rapporto con l’arte?

L’impressionismo e l’espressionismo mi hanno coinvolto molto per me era importante dare valore E RILIEVO AL COLORE, mi sono rinnovato ben 4volte, cambiando stile e personalizzando i miei quadri. Per me il vero artista è colui che sa distaccarsi e realizzare qualcosa di originale. Cosi un bel giorno, ispirato da Alberto Burri, ho deciso di usare i tappeti, i sacchi di iuta, i cosidetti pezzotti della Valtellina, i tappi di bottiglia per creare. La tavola da disegno è sparita. E’ rimasta l’emozione, la musica grazie alla quale rifinisco i quadri…Già perchè io creo grazie alla musica!

Michele è’ stato facile reperire il materiale di cui parli?

Bella domanda! Assolutamente no!Anzi ringrazio la torrefazione Boccia che mi ha aiutato regalandomi i sacchi di iuta sui quali ho realizzato dei paesaggi visti dall’alto, giocando con lo spazio, il rilievo, il cromatismo. I soggetti non sono ben definiti, sembrano delle sagome, la particolarità è l’uso dei materiali veri, le tavole di legno usate come base, la segatura del legno, pezzi di manifesti di carta..L’uso dei batacchi di pianoforte come elemento decorativo!

C’è un materiale, Michele, che non usi nei tuoi quadri?

Si,la plastica! Si decompone! Poi in alcuni quadri ho usato persino l’alluminio fuso come in “Fiore di fuoco”

Cosa vuoi comunicare con i tuoi quadri ?

Stati d’animo, emozioni! un pò come Van Gogh la mi attenzione si rivolge alla natura, ai paesaggi…Voglio emozionare! Quando una persona si avvicina in galleria e mi chiede informazioni sui quadri, quando si avvicina a me in modo “critico” e comincia a fare domande, per me sono momenti di gioia perchè avverto che sono riuscito a trasmettere qualcosa al mio pubblico. Il momento più bello è stato sicuramente quando ho esposto in Giappone a Yokoama nel 2015 “Colori e parole” e il momento in cui ho incontrato Nicola Giuliani nel 2019 preparandogli una mostra a sorpresa presso Spaziogiovani qui a Bari!

In alcuni quadri come questi voglio denunciare quello che l’uomo ha compito con le sue mani!

Le due torri

In questo quadro, “Le due torri” racconto il bombardamento delle torri gemelle, il nero rappresenta il fumo, il rosso è il sangue. Si tratta di una vista dall’alto…Le linee nere che si vedono sono i giardini dall’alto, il blu è il mare…

Fiore di fuoco

In quest’altro quadro racconto lo sgancio delle bombe a Nagasaki e Hiroshima, la bandiera giapponese è un tappeto di guerra, una società che si scioglie davanti a questo scempio,il rosso del sangue, ai lati corpi umani. E’in questo quadro che ho usato l’alluminio fuso.

Hai un tuo motto, Michele Agostinelli?

Mia madre mi diceva: “Tu sei come Re Mida, ogni cosa che tocchi diventa oro!” io invece preferisco riassumere la mia essenza cosi : “se non avete nulla da dire non parlate, piuttosto che dire cose inutili restate fermi!”

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